Ravenna, facciata del Palazzo di Teodorico.
Ravenna, facciata del cosiddetto Palazzo di Teoodorico, da via di Roma.
Siti archeologici

Palazzo di Teodorico (cosiddetto)

Un edificio enigmatico, probabile sede del palazzo imperiale dai tempi di Onorio

Ravenna, facciata del cosiddetto Palazzo di Teoodorico, da via di Roma.
Ravenna, facciata del cosiddetto Palazzo di Teoodorico, da via di Roma.
Ravenna, interno del cosiddetto Palazzo di Teodorico, con i mosaici pavimentali in esposizione.
Ravenna, interno del cosiddetto Palazzo di Teodorico, con i mosaici pavimentali in esposizione.


Tra il 1908 e il 1914, nell’area del cosiddetto Palazzo di Teodorico, in prossimità della basilica di Sant’Apollinare Nuovo, sono stati rinvenuti diversi strati di pavimentazione a mosaico sulla cui interpretazione, e committenza, gli studiosi ancora oggi si trovano discordi.

Storia

Il suo aspetto è tradizionalmente collegato allo splendido mosaico del Palatium, all’interno della vicina basilica di Sant’Apollinare Nuovo. La facciata che ammiriamo dalla strada, in realtà, risale all’ VIII secolo d.C. Secondo alcuni studiosi, sarebbe l’atrio-porticato della facciata della chiesa di San Salvatore ad Calchi; secondo altri, invece, potrebbe essere il resto di un corpo di guardia per sorvegliare l’accesso al palazzo, al tempo degli esarchi. I vari strati di mosaici pavimentali rinvenuti nell’area, tra il 1908 e il 1914, rivelano che fin dal I sec. a.C. era una zona abitativa. In origine una villa, ingranditasi dal IV secolo d. C. in poi grazie ad un immenso porticato che univa diversi edifici. Ai tempi di Onorio, nel V secolo d.C., il complesso si fece ancora più fastoso, con l’aggiunta di una grande stanza, di rappresentanza, absidata. Probabilmente era il palazzo imperiale. Negli anni di Teodorico (493-526) fu ulteriormente arricchito da una stanza con triclinio e altre splendide pavimentazioni a mosaico, e vennero aggiunti elementi fino all’VIII secolo. All’interno della loggia, e al primo piano, sono conservati i resti di affascinanti mosaici pavimentali rivenuti nell’area agli inizi del 1900, testimoni delle diverse fasi costruttive.

I mosaici imperdibili di questo luogo

Frammenti con scena di caccia al cinghiale

I frammenti della (presunta) caccia al cinghiale sono stati ritrovati nel portico e risalgono al V secolo. Purtroppo è molto frammentato. Immagini in tessere di colore caldo, bordate di nero, descrivono alcune scene concitate di caccia. L’azione doveva essere spettacolare e dinamica: cavalli e cani guizzanti, uomini con clamide (cioè con un mantello) impegnati a catturare i cinghiali in fuga. Di grande potenza espressiva è il frammento del cacciatore a cavallo: lancia in mano, si appresta a sferrare un colpo con una torsione potentissima, che gli permette di tendere le redini del suo cavallo al galoppo.
Ravenna, cosiddetto Palazzo di Teodorico, frammento di presunta caccia al cinghiale con cavaliere.

Figura femminile e maschile con cagnolino

Un uomo e una donna emergono, come affacciati da una finestra, da una decorazione di ottagoni coi bordi neri e l’interno bianco, concatenati. Entrambi sono poco caratterizzati e di misteriosa identità: possiamo riconoscere la donna dalla presenza di orecchini pendenti. Fuori dal bordo decorato, diviso da una cornicetta a banda bianca e nera, appare una figura zoomorfa. Sembra un cagnolino, in posizione di gioco, accucciato sulle zampe anteriori e con le zampe posteriori dritte.
Dello stesso complesso fanno parte un altro frammento, sempre bicolore, con una testa maschile e altri due piccoli frammenti con decorazioni geometriche.
Mosaico in bianco e nero con testa di uomo, donna e un cagnolino.

Frammento colorato di possibile scena di venatio

Nella controfacciata, al piano terra, troviamo esposti alcuni frammenti rinvenuti durante le campagne di scavo degli inizi del ‘900.
Uno particolarmente interessante e colorato proviene da una delle zone più antiche del palazzo. Tre frammenti compongono una porzione di cerchio, incorniciato da una treccia a due capi, dalle tessere celesti e arancioni, e da un’altra arzigogolata treccia nello spazio di risulta delle due cornici. Rappresenta una scena di venatio. Le venationes erano dei giochi di intrattenimento che si svolgevano all’interno degli anfiteatri, o dei circhi, di epoca romana. Inseriti a partire dal II secolo a.C. erano cruente battaglie tra uomini oppure tra uomini e animali. La scritta Tessella, in origine, forse era tessellavit e riportava anche, per intero, il nome del mosaicista che lo eseguì.
Frammento policromo con scritta tessella

Decorazione geometrica con quadrati

Su uno sfondo di tessere arancioni si sviluppa una decorazione con quadrati bianchi di diverse dimensioni. Nei quadrati più piccoli è inserito un quadrato con bordi neri e interno color cotto; in quelli di media grandezza troviamo delle decorazioni a diamante, definite con tesserine scure all’esterno, celesti, arancio vivo e arancio più chiaro, bianco e una tesserina al centro, nera. Nei quadrati più grandi, ruotati di 45 gradi rispetto agli altri, possiamo ammirare decorazioni a diamante e nodi gordiani (o di Salomone). Sono su sfondo azzurro ed eseguiti con tenui tessere di colore azzurro e arancio, colori complementari.
decorazione musiva pavimentale con quadrati decorati.

Info sul luogo

Via Alberoni, angolo, Via di Roma, 48121 Ravenna RA

Info aggiuntive

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Tariffe

Ingresso: €2
Il biglietto è acquistabile unicamente online o presso le biglietterie di tutti i musei e le aree gestite dalla Fondazione RavennAntica.

Prenotazioni

Ingresso: €2
Il biglietto è acquistabile unicamente online o presso le biglietterie di tutti i musei e le aree gestite dalla Fondazione RavennAntica.

Gratuità

L’ingresso nei musei, monumenti, gallerie ed aree archeologiche dello Stato è gratuito per tutti i cittadini appartenenti all’Unione Europea, di età inferiore a 18 anni. Inoltre, l’ingresso è gratuito in Archivi e Biblioteche statali per tutti i cittadini (senza distinzione di età).
Sono, inoltre, previste ulteriori agevolazioni per l’ingresso.

Mosaico pavimentale con pavone e motivi decorativi.
I luoghi del mosaico

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