
Tessere di Mosaico è un percorso guidato alla scoperta dell’eterna bellezza dei mosaici, racchiusi in alcuni dei più famosi monumenti Unesco di Ravenna .
Il pavone era allevato dai Greci e dai Romani e la sua carne, prelibata, si gustava nei banchetti lussuosi. Sant’Agostino amava ricordare di avere mangiato, a Cartagine, della carne di pavone, che era stata conservata per lungo tempo. Per la sua carne ritenuta incorruttibile e per la credenza che l’animale perdesse le penne per rinnovarle a primavera, è stato adottato come simbolo della resurrezione della carne, dell’anima glorificata, dell’immortalità. A Ravenna è rappresentato in mosaici murali e pavimentali, transenne marmoree, sarcofagi.
Questo mosaico, che riproduce una porzione di fregio, dallo sfondo indaco, vede il pavone su un ramo di frutti e verdi foglie rigogliose. Le tessere di smalto nere, disposte in una sinuosa linea, definiscono i contorni del petto, del collo e della schiena. Tessere azzurre e blu formano il corpo. Altre, in diverse sfumature di verde, alludono al piumaggio iridescente delle ali e della coda. Quest’ultima presenta le tipiche macchie a forma di occhio, simbolo dell’onniscienza divina: circondate da tessere d’oro e dal cuore azzurro, sono inserite nelle lunghe piume verdi, bianche, rosse e arancioni.
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